La storia di Pechino affonda le radici in tempi lontanissimi: nell’area a sud-ovest della città fu ritrovato il celebre “Peking Man” di Zhoukoudian, risalente a centinaia di migliaia di anni fa.
La città che conosciamo oggi prende forma però molto più tardi. Durante la dinastia Tang (618-917) la cittá era conosciuta come Youzhou, rappresentava un importante centro militare e amministrativo nel nord della Cina, ma non era la capitale del impero, che invece era Chang’an (odienra Xi'An)
Successivamente divenne parte dell'Impero Khitano, dunque non dell'impero Cinese in senso stretto, durante la dinastia Liao (907-1125). La città, allora conosciuta come Nanjing, divenne la capitale meridionale dei Khitan (938), un popolo nomade proveniente dall'odierna Mongolia Interna e aree limitrofe. La città fu fortificata, ma il suo cuore pulsante non coincideva ancora con il centro urbano odierno, dove oggi sorgono la Città Proibita e i principali quartieri. ll baricentro della città si trovava a sud-ovest, nella zona oggi attorno a Lianhuachi (Lotus Park) e alla stazione di Pechino Ovest.
Successivamente, sotto la dinastia Jin, fondata dal popolo Jurchen (1115-1234), che conquistò la regione, Pechino divenne la capitale dell'impero Jin, con il nome di Zhongdu.
L'inizio della trasformazione urbana in senso odierno avvenne con la dinastia Yuan. Quando i Mongoli, sotto il comando di Kublai Khan, conquistarono la Cina e stabilirono la capitale a Pechino (proclamazione nel 1271), la città venno spostata a nord-ovest. Fu allora che venne progettato un nuovo impianto urbanistico. Durante questo periodo vennero costruiti i grandi laghi artificiali di Pechino come Beihai e Houhai.
Successivamente, le dinastie Ming e Qing ampliarono radicalmente la città: i Ming la riprogettarono come capitale imperiale nel 1421, edificarono la Città Proibita come residenza dell’imperatore, tracciarono l’asse centrale nord-sud e circondarono la città di mura e porte monumentali. I Qing vi aggiunsero templi tibetani come il Tempio del Lama, ampliarono i giardini imperiali come Beihai e Jingshan, e consolidarono Pechino come centro politico, religioso e culturale dell’impero cinese, lasciando un retaggio urbano e simbolico ancora oggi visibile in ogni pietra e ogni albero della città.